Sab07122024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Rudy Guede chiederà la revisione del processo che lo ha condannato a 16 anni di carcere per concorso nell'omicidio dell'inglese Meredith Kercher

Rudy Guede chiederà la revisione del processo al termine del quale è stato condannato in maniera definitiva a 16 anni di reclusione per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a pugnalate a Perugia nella sera del 1° novembre 2007. L’istanza verrà presentata entro luglio alla Corte d’assise di appello di Firenze dagli avvocati Tommaso Pietrocarlo e Monica Grossi.

L'ivoriano 29enne è, per la giustizia italiana, l'unico colpevole del delitto dopo che gli altri due ex imputati, l'americana Amanda Knox e il pugliese Raffaele Sollecito, sono stati proclamati innocenti dalla Corte di Cassazione. Guede, detenuto a Viterbo, che si è sempre proclamato estraneo al delitto. D'altra parte una contraddizione giudiziaria si evince facilmente proprio dal fatto che Guede è stato condannato in concorso, cioè avrebbe collaborato con altri per uccidere Meredith Kercher ma i suoi presunti complici risultano però sconosciuti alla giustizia.

«Come è noto - spiega l'ufficio stampa di Guede - l'articolo 630, comma 1, lettera a del codice di procedura penale stabilisce che può essere chiesta la revisione di una sentenza se i fatti posti a fondamento di essa non possano conciliarsi con quelli stabiliti da altra sentenza penale irrevocabile. Nel caso di specie, occorre infatti domandarsi se, per effetto dell'assoluzione in via definitiva di Amanda Knox e Raffaele Sollecito dai reati loro ascritti in concorso con Rudy Guede, debba conseguire anche la revisione della sentenza di condanna inflitta a quest'ultimo. Eliminando totalmente il concorso della Knox e di Sollecito - conclude l'ufficio stampa di Guede - così come stabilito dalla Cassazione nei loro confronti, non si spiegherebbe infatti più il ruolo di Rudy».

Nei giorni scorsi Guede ha usufruito di un permesso premio, dopo nove anni di carcere. Per lui soltanto 36 ore di libertà.

Quando è uscito dal carcere Mammagialla di Viterbo l’ivoriano, 29 anni, era accompagnato da Claudio Mariani, coordinatore del gruppo di lavoro creato dal centro per gli studi criminologici a sostegno dell’ innocenza del giovane. Guede ha raggiunto la caserma dei carabinieri nel centro della «città dei Papi» per gli adempimenti formali ed è poi andato nella struttura d’accoglienza per detenuti, gestita del gruppo di assistenti volontari Gavac, sempre a Viterbo, dove è rimasto fino alle ore 21 di domenica 26 giugno. Poi è stato riaccompagnato in carcere. In quelle 36 ore, Guede, non ha potuto avere rapporti o dialoghi con persone esterne alla struttura.

Nella struttura Guede aveva chiesto di avere due panini, una birra, della gomma da masticare (big bubble) e una scacchiera. Richieste soddisfatte.

Guede dovrà restare nella sua cella di tre metri per due sino al 2024. E' in quella data che finirà di scontare la condanna. Le sue speranze ora sono affidate tutte alla richiesta di revisione del processo. Sarà accolta? Per Guede ci sarà un nuovo processo? (Rezarta Tahiraj)