Sab26102024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Tra gli arrestati anche infermieri. Abusi documentati su 25 pazienti

Abusi quasi di ogni genere e anche violenza sessuale sarebbero stati compiuti a Foggia su pazienti psichiatrici ricoverati in una struttura sanitaria foggiana molto nota: Don Uva. E' per questo che i carabinieri del Comando provinciale e del Gruppo Tutela della Salute di Napoli hanno arrestato 15 persone e notificato ad altre 15 misure cautelari più lievi. Nel dettaglio ci sono stati 7 arresti in carcere, 8 ai domiciliari, 15 divieti di dimora di cui due con contestuale divieto di avvicinamento. I pazienti psichiatrici che hanno subito gli abusi sono addirittura 25. Ad accanirsi contro di loro sarebbero stati otto infermieri, sedici operatori socio-sanitari e due educatrici professionali dipendenti di Universo Salute, tre operatori sanitari dipendenti di Etjca Spa e un addetto alle pulizia della ditta 'La Pulisan Srl'. Gravissimi i reati e le accuse nei loro confronti: maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale, favoreggiamento personale ed altro ancora. 

Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, hanno consentito di documentare che nella struttura sociosanitaria-riabilitativa di via Lucera quei 25 pazienti venivano afferrate per i capelli, colpite in faccia e sul corpo con schiaffi, pugni, spinte, scuotimenti e strattonamenti. E poi minacce, ingiurie, umiliazioni, soprusi e violenze sessuali. Un supplizio. Dalla documentazione utilizzata dal Gip Marialuisa Bencivenga per emettere le trenta ordinanza di misure cautelari risulta scritto che quei lavoratori della struttura "quando notavano che alcuni di loro stavano attuando le vessazioni omettevano di intervenire per far cessare i maltrattamenti, così concorrendo moralmente con gli autori immediati delle condotte o comunque, venendo meno al dovere giuridico di tutelare l'integrità fisica e morale delle degenti e dunque concorrendo mediante omissione nelle altrui condotte maltratanti, così sottoponendole a una serie di angherie e umiliazioni pressoché quotidiane, determinando consapevolmente  - anche al fine di facilitare il proprio lavoro rendendo più remissive le persone offese - l'insorgere nell'intero reparto di un clima di intimidazione tale da provocare sofferenze morali anche alle degenti che erano mere spettatrici delle violenze fisiche e verbali subite dalle altre e così facevano vivere tutte le persone offese in una condizione di perenne soggezione e paura provocando loro intollerabaili sofferenza". 

Alcuni degli indagati sono accusati anche di aver offeso la dignità sessuale e di averne violavano la corporeità. I pazienti venivano rinchiusi a chiave per ore in stanza, legati a letti e sedie con le lenzuola. In altri casi non provvedevano all'igiene di quelle persone non autosufficienti o demandavano ad altri degenti il compito. Mentre cambiavano le donne, permettevano ai pazienti uomini di assistere facendo loro il verso di quando piangevano o si lamentavano. 

Sono state eseguite perquisizioni negli uffici e nei locali della struttura sociosanitaria ma anche nelle abitazioni di ciascuno dei 30 indagati. Nei prossimi giorni ci saranno per loro gli interrogatori di garanzia. (Rezarta Tahiraj)