Sab07122024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Arrestato ma era innocente il dirigente pugliese Ercole Incalza Assolto da tutte le accuse Ercole Incalza, ex super dirigente del ministero alle Infrastrutture. Per la stessa inchiesta, nonostante non fosse indagato, si dimise l'allora ministro Lupi

Non ci sarà neppure il processo per il pugliese Ettore Incalza, ex super dirigente del ministero alle Infrastrutture, che è stato prosciolto dal gup Alessandro Moneti da tutte le accuse. Per Incalza e l'architetto Giuseppe Mele, dello stesso ministero, il gup ha emesso infatti sentenza di non luogo a procedere “per non aver commesso il fatto” riguardo all’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all’abuso di ufficio nell’esecuzione dell’appalto per il lavori di sottoattraversamento, in tunnel, di Firenze della linea ferroviaria Tav. Anche l'ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti è stata prosciolta con la stessa formula da molte accuse ma a differenza di Incalza dovrà andare comunque a processo. La prima udienza è già fissata per il 16 dicembre: le persone imputate saranno 20. La procura aveva chiesto il giudizio per 33. Gli indagati inizialmente erano addirittura 51. Nel ruolo di imputati anche sei delle otto società indagate.

Incalza, che è brindisino doc essendo nato a Francavilla Fontana, era ritenuto l'uomo potente dei più grandi appalti pubblici dell’Italia, dagli anni Ottanta ad oggi. E' stato indagato ben 14 volte ma mai condannato. Come si ricorderà per questa inchiesta giudiziaria, nonostante non fosse indagato, si dimise l'allora ministro Lupi (NCD). Quel giorno il commento di Graziano Delrio che lo sostituì alla guida del Ministero delle Infrastrutture fu questo: “Lupi ha già fornito delle spiegazioni sul figlio, siamo a inizio inchiesta ed è prematuro trarre elementi di colpevolezza per il ministro e il governo”. I fatti dimostrano oggi che addirittura una persona che è stata arrestata in fase di indagini – è il caso di Incalza e Mele – con l'accusa infamante di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all'abuso di ufficio per l'affidamento di appalto, può essere completamente innocente. Gli inquirenti sostenevano invece che Incalza fosse l’artefice di un vero e proprio “metodo”, in base al quale un'azienda si sarebbe aggiudicata la direzione dei lavori, condizionando così l’esito delle gare e intascando favori e tangenti. Per il gup Monetti la verità era un'altra: Incalza era innocente.

L’attività investigativa dei pm fiorentini Giulio Monferini e Gianni Tei, era stata avviata nel 2013 e riguardava “grandi opere”, ferroviarie ed autostradali, tra le quali figuravano: la linea ferroviaria alta velocità Milano – Verona (tratta Brescia – Verona), conferiti dal Consorzio CEPAV DUE, aggiudicatario dei lavori; il Nodo TAV di Firenze per il sotto attraversamento della città, conferiti dal Consorzio NODAVIA, aggiudicatario dei lavori; la tratta ferroviaria alta velocità Firenze Bologna, conferiti dal Consorzio CAVET, aggiudicatario dei lavori; la tratta ferroviaria ala velocità Genova - Milano Terzo Valico di Giovi, conferiti dal Consorzio COCIV, aggiudicatario dei lavori; l’autostrada Civitavecchia - Orte - Mestre, conferiti dal Consorzio “ILIA OR - ME, aggiudicatario dei lavori; l’autostrada Reggiolo Rolo – Ferrara, conferiti dalla Autostrada Regionale Cispadana spa; l’Autostrada EAS EJDYER – EMSSAD in Libia, conferiti da Anas International Enterprise spa; il Macro lotto dell’autostrada A3, Salerno Reggio Calabria, dal consorzio ITALSARC; la progettazione del nuovo centro direzionale ENI di San Donato Milanese. (Mauro De Carlo)