Sab03052025

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Morta per le esalazioni di monossido in casa di una famiglia bulgara

E' morta soffocata nella sua cameretta una ragazzina di 11 anni. E' accaduto a Conversano, provincia di Bari. La vittima è figlia di genitori bulgari. Si indaga sulle cause del decesso. L'ipotesi più accreditata: a soffocarla pare siano state le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate da un incendio nella sua cameretta. Ad alimentare le fiamme e il fumo sarebbe stato un televisore che, surriscaldandosi, avrebbe incendiato il mobiletto sul quale era situato. A soccorrere la ragazzina, che poi è morta nell'ospedale di Monopoli, è stata sua madre e i suoi due fratelli maggiori: uno di 27 anni, laureato in informatica e l'altro studente.

In casa non c'era invece il padre che invece, da qualche giorno, aveva fatto ritorno in Bulgaria per trascorrere le festività con altri parenti. L'alloggio, dove è accaduto l'incidente mortale, era stato assegnato in comodato gratuito dall'azienda agricola in cui lavora il genitore ed è situato all’interno del castello Marchione di Conversano. E' stato il figlio maggiore a telefonare al padre per comunicargli la disgrazia ed ora il genitore sta rientrando dalla Bulgaria.

La vittima è italiana essendo nata a Castellana Grotte (Bari); all'Epifania avrebbe compiuto 12 anni. La sua famiglia è in Italia ormai da quasi 30 anni. In paese tutti parlano di una brava famiglia di lavoratori.

Nei tentativi di soccorso sono rimasti intossicati in modo lieve dal fumo delle esalazioni sia la mamma che entrambi i fratelli. Indagano i carabinieri coordinati dal sostituto procuratore di turno, Marco D’Agostino, che ha nominato, per alcuni specifici accertamenti, un perito.

Che si sia trattato di avvelenamento da monossido non ci sono dubbi. Sono stati i medici capire la sofferenza respiratoria della ragazzina attraverso l'emogasanalisi, che ha confermatoil sospetto dell’intossicazione da monossido.

L’emogasanalisi è un gruppo di test eseguiti per misurare il pH e la concentrazione di ossigeno (O2) ed anidride carbonica (CO2) presenti nel campione di sangue, di solito arterioso, per valutare la funzionalità polmonare e determinare la presenza di uno squilibrio che possa indicare patologie respiratorie, metaboliche o renali. Per il caso della ragazzina purtroppo pare che sia stata vana anche la somministrazione di ossigeno nei polmoni. Nonostante i soccorsi tempestivi i medici, infatti, hanno dovuto constatare il decesso. (Carmelo Molfetta)